La famosa invasione
degli orsi in Sicilia

dal romanzo di Dino Buzzati

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La favola è ambientata in una Sicilia irreale di epoche lontanissime: sulle montagne vivono gli orsi governati dal saggio re Leonzio.

Una terribile carestia e un inverno particolarmente rigido li costringono a scendere a valle dove vivono gli uomini, gli stessi che un giorno rapirono il principino Tonio, figlio del re.

Re Leonzio nutre la segreta speranza di ritrovare Tonio e conduce il suo popolo verso la pianura dove li attende il formidabile esercito del Granduca, tiranno dell’isola.

Grazie a un’abile trovata gli orsi vincono la battaglia e assediano la capitale: il Granduca tiene prigioniero Tonio e lo costringe ad esibirsi come trapezista al Gran Teatro Excelsior; gli orsi irrompono durante uno spettacolo, giustiziano il tiranno e assumono il governo del paese.

Re Leonzio regnerà indisturbato per molti anni ma i suoi orsi, corrotti dai costumi degli uomini, diventeranno invidiosi e violenti.

In una congiura tramata a suo danno dal ciambellano Salnitro, re Leonzio muore, ma prima di andarsene si rivolge al suo popolo chiedendogli - in un commovente addio - di ritornare per sempre sulle cime delle montagne da cui erano partiti.


La famosa invasione degli orsi in Sicilia è uno degli spettacoli più famosi di Gianni Colla; allestito e rappresentato per la prima volta nel 1965 al Teatro dell’Arte, viene ripreso per molte stagioni teatrali - non solo a Milano - fino al 1991.

L’idea di realizzare sulle scene l’opera maturò partecipando al Convegno sulla letteratura per l’infanzia tenutosi a Torino, a Palazzo Carignano. Mi resi conto di una grave lacuna che affligge il teatro per ragazzi: l’assoluta mancanza di testi di valore... fu allora che pensai a Buzzati. Quando ottenni dalla sua grande cortesia non solo l’autorizzazione a servirmi della sua opera, ma il consiglio di provvedere da solo alla sceneggiatura dello spettacolo che intendevo ricavarne, avvertii il disagio della mia mediocrità di fronte all’importanza dell’avvenimento. Non bisognava tradire l’aspettativa, né, soprattutto, la fiducia del Buzzati. Occorreva innanzitutto alitare sulle scene quell’autentica poesia che si celava nelle pagine del libro e comunicarla con garbo a dei ragazzi piuttosto smaliziati, ma sensibili ai richiami di un’arte genuina. (Gianni Colla)

Bisogna ricordare che il libro di Buzzati non è semplice testo ma contiene ballate e disegni originali dello stesso autore, elementi artistici che non possono non figurare nella rappresentazione teatrale.

Risolsi il problema delle ballate affidandole a un cantastorie, e ritenni opportuno evidenziare il contrasto tra uomini e animali facendo interpretare i primi da attori in carne e ossa, e dalle marionette i secondi. (Gianni Colla)

Le scene vengono dunque realizzate su bozzetti originali di Buzzati: disegni dai colori tenui per atmosfere rarefatte, dove anche i mostri leggendari si muovono con estrema delicatezza.

Le marionette sono oltre ottanta: soprattutto orsi, alti più di un metro e con pellicce di diverse sfumature.

Le musiche originali, eseguite da orchestra e coro, sono composte da Mario D’Amico.

Del primo incontro con Buzzati, Gianni Colla ricorda il lavaggio del cervello e le numerosissime domande che il celebre scrittore gli pone; al termine del lavoro l’autore non nasconde la sua stessa sorpresa riguardo il risultato: “Non credevo si potesse ricavare uno spettacolo teatrale completo e così garbato dalla mia favola di tanti anni fa.”

Caro Colla, evviva! Lei è stato magnifico. Mi compiaccio con lei e penso proprio che Re Leonzio la nominerà per lo meno granduca.
Sono commosso anche per i doni: il manoscritto che puzza di prezioso lontano un miglio; e le due straordinarie marionette che mi saranno sempre care.
La ringrazio di tutto, anche a nome degli orsatti.
Arrivederci presto. E in bocca al lupo!
Suo Dino Buzzati
Milano, 21 novembre 1964