Il drago (1984)

dal romanzo di Evgenij Schwarz

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In una città immaginaria un drago esercita un potere orrendo: vuole essere mantenuto a spese della popolazione che - per di più - tutti gli anni deve sacrificagli una fanciulla.

Il drago ha tre teste, quanti sono i modi apertamente violenti o sottilmente insidiosi con cui domina i suoi sudditi.

La città deve ora consegnargli Elsa, la giovane figlia dell’archivista Carlo Magno; Elsa ha un fidanzato, Enrico, figlio del borgomastro, ma entrambi sono schiavi interessati del drago e non osano ribellarsi.

Il borgomastro soprattutto finge di essere pazzo per giustificarsi davanti ai suoi concittadini e mettere a tacere la propria coscienza.

Un bel giorno arriva in città un giovane dal significativo nome di Lancillotto che gira il mondo combattendo le ingiustizie: conosciuta la situazione e invaghitosi di Elsa, dichiara con estremo candore che sfiderà il drago.

Per la prima volta il drago si sente minacciato e fa di tutto per evitare il duello, ma Lancillotto non cede e vince sul drago, rimanendo però ferito gravemente.

Della situazione approfitta il borgomastro che abbandona Lancillotto al suo destino e si attribuisce il merito della vittoria.

Lancillotto tuttavia non muore e, una volta guarito, ritorna in città dove ristabilisce la giustizia e sposa Elsa.


Il drago è uno degli ultimi spettacoli sceneggiati da Gianni Colla - insieme a Sandro Bajini - di cui cura la regia ed è indimenticabile interprete del personaggio del Borgomastro (marionetta).

Presentato come novità assoluta nella stagione 1984/85 del Teatro delle Marionette, si tratta senza dubbio di un lavoro ambizioso e originale in quanto - eccezion fatta per la breve interpretazione di un attore nei panni del drago - lo spettacolo è rappresentato con sole marionette; la stessa scelta del testo, poi, decisamente allegorico, si discosta non poco dal filone più propriamente fiabesco del repertorio delle stagioni precedenti.

Gianni Colla non è tuttavia nuovo a scelte di questo tipo in cui la vicenda fiabesca diventa un pretesto per suggerire una riflessione affatto moralistica della società in cui viviamo.

L’allestimento è ricco e strutturato: dopo Histoire du soldat e La regina della neve è la terza collaborazione con il pittore Luigi Veronesi dove le marionette e le scene rispettano le geometrie astratte, semplici e rigorose che caratterizzano il lavoro del maestro milanese.

Le musiche originali di Ugo Nastrucci sono composte per un’orchestra formata da oboe, corno inglese, clarinetto, tromba, percussione, tastiera.

Il drago è uno spettacolo molto suggestivo ed avvincente che, pur raccontando una fiaba in cui compaiono i buoni e i cattivi di rito, strizza l’occhio ai ragazzi (e – perché no? – anche agli adulti) ricordando loro che il sonno della ragione genera mostri.