Ivan, lo zar contadino

dal racconto di Lev Nikolaevic Tolstoj

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La vicenda, che propone classici e svariati temi della favolistica popolare, racconta di un contadino che ha quattro figli: il primo è soldato, il secondo mercante, il terzo, Ivan, è anch’egli contadino; la figlia, muta, si occupa delle faccende domestiche.

I primi due, in virtù delle loro professioni, sono altamente considerati: in realtà sono dei buoni a nulla, aridi ed egoisti.

Ivan - chiamato a torto lo scemo - propone un modello di moralità semplice ma più autentica, legato alla dignità del lavoro umano e al concreto attaccamento alle cose della terra.

Nella storia intervengono alcuni spiriti del male (una famiglia di diavoli, a dire il vero piuttosto goffi) che vogliono danneggiare la famiglia di Ivan, per il puro gusto di seminare zizzania.

I loro tentativi buffi e maldestri non hanno però effetto e Ivan non casca nella trappola: con la sua candida intelligenza riuscirà a sconfiggere i demoni, a salvare i fratelli dalla rovina e a conquistare l’amore della figlia dello zar.

Nel racconto, quel principio etico che guida ineluttabilmente le azioni umane, quel pensiero che pone in evidenza la saggezza degli umili si traduce nella riflessione del semplice contadino diventato zar che decide di tornare alla terra e alla famiglia, segnando così la giusta sconfitta del diavolo da parte della ragione e dell’umanità.


Ivan, lo zar contadino - produzione esclusivamente marionettistica - debutta il 28 ottobre 1977 al Teatro delle Marionette di Via degli Olivetani, inaugurandone la stagione 1977/78; la prima novità assoluta dacché Gianni Colla e la sua Compagnia si trasferiscono in questa sede.

Le scene e le marionette sono di Coca Frigerio che le ha immaginate in stile najf; le sculture delle marionette sono dello scultore fiorentino Salvatore Cipolla, le musiche e le canzoni originali di Ugo Nastrucci.

Lo spettacolo viene ripreso e mandato in onda dalla RAI in tre puntate per la TV dei Ragazzi.

E’ curioso osservare che dopo anni di sperimentazione Gianni Colla realizzi con Ivan, lo zar contadino uno spettacolo più vicino alla tradizione ripudiata che non al nuovo corso del teatro delle marionette da lui inaugurato.

Il motivo di questa scelta può forse ascriversi al fascino che Tolstoj esercita su Gianni Colla e al gusto per la morale che Ivan propone.

E’ altresì interessante pensare che di lì a pochi anni Gianni Colla intraprenderà una fitta collaborazione con il pittore astrattista Luigi Veronesi realizzando alcuni fra gli spettacoli più moderni e affascinanti del suo repertorio.

Queste le riflessioni che a posteriori ci sembrano più pertinenti per spiegare uno spettacolo molto diverso dai precedenti e - paradossalmente - da quelli che seguiranno; uno spettacolo a prima vista più convenzionale.

Eppure - fra le critiche rivolte a Gianni Colla per questa scelta (sull’autore o sulla morale?!) - c’è chi gli chiede (un po’ polemicamente): "Signor Colla, anche lei adesso si mette a far politica?"