Canto di Natale

dal racconto di Charles Dickens

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A far del bene si fa proprio bene. E non solo a Natale


Ebenezer Scrooge (lo si capisce già dal nome) è un uomo molto antipatico e molto avaro.

A Natale, si sa, tutti diventiamo più buoni, ma lui nemmeno se lo sogna, anzi disprezza le feste e detesta tutti quelli che gli fanno gli auguri.

E’ la sera della vigilia, Ebenezer Scrooge vorrebbe andare a dormire, ma nel suo salotto accadono cose strane: lampade che si spengono da sole, oggetti che cambiano di posto, altri che spariscono.

Sono gli spiriti del Natale che impartiranno a Ebenezer Scrooge una bella lezione.

Quale? Che a far del bene si fa proprio bene. E non solo a Natale.


Prima volta in scena

Lo spettacolo debutta a Milano venerdì 11 dicembre 2015 al Teatro La Creta come la novità assoluta della stagione 2015/16.

Gli Ebenezer Scrooge del Teatro Colla

Alessandro Testa (stagioni 2015/16, 2016/17, 2018/19, 2021/2022)

Note di regia

A me i romanzi di Dickens sono sempre piaciuti molto, prima o poi metterò in scena David Copperfield e magari perfino Olivier Twist; nel 2014 ho preso dimestichezza con questo "monumento" della letteratura inglese sceneggiando Canto di Natale e ho dovuto lavorarci parecchio.

La storia è semplice e dice cose importanti, però ci sono momenti delicati che - a mio avviso - vanno raccontati ai bambini con una certa sensibilità perché essi possano rifletterci su senza intristirsi troppo.

Questo spettacolo - nel pieno rispetto del romanzo - invita alla carità e al perdono, e lo fa con molto garbo, talvolta perfino scherzando.

Nel mio Canto ci ho messo i sentimenti più nobili, le canzoni più celebri, coriandoli bianchi e cardoni alla balsamella (che sono una ricetta piuttosto golosa); ci ho messo marionette colorate, attori esuberanti, regali, calici di champagne e un abete di Natale traboccante di ghirlande.

È il nostro modo di farvi gli auguri affinché la gentilezza e la gioia ci accompagnino tutto l’anno: ci piace sperare che il teatro possa - se non cambiare il mondo - migliorarlo almeno un poco.

(Stefania Mannacio Colla)