Ballata di un popolo di legno

di Gianni Colla

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Lo spettacolo prende spunto dalla rappresentazione di un romanzo cavalleresco tratto da un episodio del Don Chisciotte di Miguel de Cervantes, musicato da Manuel De Falla (El retablo de Maese Pedro).

Un anziano marionettista anima dal ponte di manovra le sue marionette mentre il suo giovane garzone o servo di scena, commenta a viva voce la vicenda: la principessa Melisendra, figlia di Carlo Magno, è stata rapita dai mori di re Marsilio ed è tenuta prigioniera in una torre.

La platea dell’immaginario teatro è deserta e il marionettista, desolato per la mancanza di pubblico, decide di interrompere la rappresentazione e di cessare la sua attività.

Appare allora, improvvisamente, un misterioso visitatore: è uno scrittore di fiabe che - come per magia - farà in modo che le marionette si muovano da sole e diventino protagonista di una ballata che - intesa nel senso più popolare e antico - è la storia di un popolo, in questo caso quello di legno, delle sue lotte, dei suoi sentimenti, della sua capacità di soffrire.

Da quel momento l’anziano marionettista diventa spettatore, dapprima di una breve fiaba - La piccola fiammiferaia (il misterioso visitatore altri non è che Andersen) - e poi, di seguito, di una vivacissima successione di quadri musicali, di danze, canti e numeri acrobatici in cui le marionette rappresentano sé stesse senza fili.

Il marionettista capisce che grazie allo sconosciuto il suo popolo di legno si muove da solo, è finalmente vivo: tuttavia l’incantesimo segna anche l’inizio della ribellione delle marionette che non si rassegnano a recitare il proprio autentico ruolo e, ripudiato l’anziano marionettista, arrivano a ferirlo a morte.

Una visione di ombre sembra celebrare la scomparsa del vecchio maestro, ma l’esultante voce del servo di scena si affretta a risvegliarlo: è stato unicamente un sogno, nient’altro, perché a dare vita alle marionette è soltanto il filo


Ballata di un popolo di legno viene allestito e rappresentato per la prima volta nel 1975 al Teatro Arcadia di Milano (oggi Teatro Carcano).

Scritto da Gianni Colla, è tra i pochi spettacoli che non traggono spunto da un’opera letteraria; fortemente autobiografico, riporta sulla scena le dinamiche sentimentali che legano il marionettista alle sue creature di legno e, non a caso, il ruolo dell’anziano artista - al contempo padrone e succube delle marionette - è sempre interpretato da Gianni, fino al suo ritiro dalle scene negli anni Novanta.

Il ruolo del giovane servo di scena è interpretato, nelle prime rappresentazioni degli anni Settanta, da Paolo Rossi , allora agli esordi della sua carriera di attore.

Uno spettacolo ricchissimo di marionette (quasi un centinaio), che alterna momenti divertenti a momenti drammatici, in un’atmosfera sospesa tra sogno e realtà.

Nel 1985 Ballata di un popolo di legno compie una tournée ad Addis Abeba (Etiopia) su invito dell’Istituto Italiano di Cultura mentre nel 1995 viene riallestito e rappresentato al Teatro delle Marionette (stagione 1994/95) in una versione che non prevede più la fine drammatica del marionettista ad opera delle sue creature di legno; la nuova sceneggiatura, pur rimanendo sostanzialmente fedele a quella originale, tende a privilegiare l’aspetto fantastico della ribellione delle marionette e a rappresentare il sogno del marionettista in maniera più gioiosa e serena.

Alcuni quadri musicali della prima edizione vengono sostituiti con altri, spesso tratti da spettacoli recentemente allestiti o a cui la compagnia ha preso parte: il brindisi di Violetta e Alfredo de La Traviata - dallo spettacolo Bambini, andiamo alla Scala! -, il balletto dell'opera Viaggio a Reims, la danza delle fate del Sogno di una notte di mezza estate , e altri ancora.

Negli anni Novanta la parte del marionettista passa a Cosetta Colla, figlia di Gianni, mentre il ruolo del servo di scena è interpretato da Alessandro Ferrara .

Nel 1996 - in occasione della Presidenza Italiana all’Unione Europea - la compagnia di Gianni e Cosetta Colla compie una tournée in Finlandia e Germania.

Su iniziativa degli’Istituti Italiani di Cultura di Helsinki e di Stoccarda, cinque teatri del Nord Europa ospitano Ballata di un popolo di legno presentato in un’edizione esclusivamente musicale per ovviare a ostacoli linguistici.

Lo spettacolo si articola allora in due parti, lungo una successione di quadri in cui le marionette eseguono numeri circensi, quadri musicali e di folclore (IL CIRCO DELLE MARIONETTE e MARIONETTE INTORNO AL MONDO), seguiti dal secondo atto più rivolto agli adulti (OMAGGIO ALL’OPERA LIRICA ITALIANA) che si ispira a quattro celebri opere: Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, La Traviata di Giuseppe Verdi, con quadri tratti dallo spettacolo Bambini, andiamo alla Scala.

Il tutto spiegato agli spettatori da un mimo - un po’ buffone, un po’ clown - interpretato da Angelica Dettori.