miscellanea

Teatro in carcere ante litteram
Porto Azzurro, 1954

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Nel 1956 la compagnia realizza un progetto di teatro-carcere ante litteram presso il Penitenziario di Porto Azzurro sull’Isola d’Elba.

A Porto Azzurro, sull’Isola d’Elba ha sede l’ergastolo.

Nel 1954 un gruppo di detenuti invia una lettera a Gianni Colla:

Siamo ergastolani, abbiamo l’animo roso dai rimorsi, nessuna speranza, o quasi, di uscire mai di qui. Talvolta, in questa grande tristezza, ci piace ritornare indietro con gli anni. Ripensiamo alla perduta innocenza, alla nostra infanzia lontana: sono gli unici momenti di gioia, ma è difficile conquistarseli. Forse, abbiamo pensato, le vostre marionette che allietano i bambini milanesi potrebbero anche per noi galeotti aprire un piccolo spiraglio di illusione nel cuore…


Gianni risponde:

Non ho marionette vecchie da regalarvi: ma ve le faccio ben volentieri, tutte nuove e fiammanti. Appena posso, arrivo a spiegarvi come prendono vita sul palcoscenico questi miei fantocci…


Ma da Porto Azzurro arriva una voce spenta:

Riceviamo la sua cortesissima lettera e le diciamo la nostra riconoscenza per le sue espressioni e la viva comprensione per il nostro progetto. Malauguratamente questo carcere (per reclusi ed ergastolani) non può prestarsi a spettacoli di persone non detenute. Le Autorità Superiori difficilmente lo permetterebbero. Se vorrà usarci la grande bontà di farci avere qualche marionetta non necessaria alla di Lei Compagnia Stabile, noi le voteremo tanta riconoscenza. Coi suoi consigli- attraverso lettera – ci sforzeremo di realizzare coi nostri modestissimi mezzi le sue preziose indicazioni, applicandole nei limiti (davvero ristretti) impostici dalla nostra condizione di ergastolani.


Gianni si mette al lavoro coi fratelli Antonio e Alessandro preparando le marionette e facendo appello a personalità istituzionali e della cultura milanese per superare gli ostacoli legati a questa particolare situazione. L’intenzione è di recarsi presso il penitenziario per rappresentare uno spettacolo marionettistico che preveda diverse repliche per i detenuti; viene inoltre progettato un laboratorio teatrale per cui i detenuti apprendano i rudimenti dell’arte marionettistica.

Nella primavera del 1956, dopo due anni di preparazione artistica e burocratica, si realizza quest’esperienza di teatro in carcere ante litteram voluta con determinazione dai fratelli Colla: viene allestito uno spettacolo che compie diverse repliche all’interno del penitenziario e messo in opera il laboratorio teatrale.

Quest’esperienza si è realizzata grazie all’intervento del direttore generale degli Istituti di Pena e Prevenzione Lattanzi, del direttore generale del Centro di Prevenzione e Difesa Sociale Beria d’Argentine, del direttore del penitenziario De Sanctis, del cappellano del penitenziario don Vitali e dall’appoggio economico - per l’acquisto e la realizzazione del materiale artistico e tecnico - del sindaco di Milano Virgilio Ferrari, del direttore del Piccolo Teatro Paolo Grassi, della Sovraintendenza del Teatro alla Scala.

A conclusione di questa esperienza tutto il materiale rimane in possesso del penitenziario.



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Tutta la documentazione d’archivio relativa a questa attività è presente e consultabile (anche online) Archivio Teatro Colla